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Immagine del redattorealessandro felis

Uova soniche, Fabergé e Burberry alla corte della Marchesa

Gabriele Gorlato è un giovane chef, dal curriculum già corposo e con un futuro di belle speranze ancora tutto da scrivere. Ci dovevamo incontrare a fine febbraio 2020 a Villa Porro Pirelli nel Varesotto grazie ad Alessandra Freda, amica e allora direttrice della fascinosa villa. Per motivi ben più grandi di noi non ci siamo conosciuti di persona ma ci siamo sentiti più volte al telefono e addirittura gli ho scritto la prefazione del suo libro “Uova soniche”. Cosa non ti combina un lockdown!!!

E poi, come per tutti nel nostro settore, i mesi successivi sono stati complicati: una puntatina in un gruppo che gestiva locali prestigiosi anche sul Lago Maggiore e poi il ritorno a Torino dove Gabriele ha avviato la cucina del Civicouno e poi da settembre dell’anno scorso, l’arrivo alla Marchesa nel cuore della Pellerina. Diciamo anzitutto che il luogo è di quelli che fanno di Torino una città incredibile. Ma quanti comuni hanno una vera e propria palazzina in un immenso parco a pochi minuti dal centro e praticamente all’uscita della tangenziale che ti collega alle autostrade, al resto del Paese e non solo? Di proprietà comunale, fino a poco tempo fa la vecchia dimora era soprattutto usata per convegni, banchetti e riunioni varie e la cucina, voglio essere diplomatico, era un accessorio del tutto sottovalutato.

Bellissimo il viale alberato, anche se spoglio in questa stagione, che da corso Regina porta al comodo posteggio privato e fa scoprire la bella facciata di quella che fu una cascina. Subito si apprezza l’area esterna con eleganti gazebo che diventa accogliente per la bella stagione. Molti spazi per eventi e ricevimenti. L’interno adibito alla ristorazione individuale avrebbe bisogno di un aggiornamento. Un po’ fané, l’ambiente necessiterebbe di una rinfrescata, così come tovagliato, vasellame e bicchieri non proprio all’altezza della situazione. Una spruzzata di colore, in tutti i sensi, per fare uscire dal letargo queste sale che se le avessero gli altri, sarebbero un pregio cittadino.

Questa volta mi voglio soffermare sulla cucina che deve essere il nucleo attorno al quale ricostruire quello che non c’è più. Spero a breve di potere scrivere di sale accoglienti e servizio comme il faut.

Ci sono stato più volte da ottobre in poi. L’ultima tre sere fa e sono convinto che Gabriele abbia un notevole potenziale che esprime già a parole quando ti presenta le sue creazioni. Storia, letteratura, musica e filosofia si insinuano nei suoi pensieri e sono all’origine dei suoi piatti che non sono mai casuali, banali, sempre studiati, spiegati e aggiungo apprezzati. Non manca mai l’uovo sonico, suo piatto cult, cotto con le vibrazioni di brani musicali (il racconto già ti nutre di nozioni, aspettative e stupore). New entry nella carta, un altro uovo, il Fabergé, omaggio all’orefice degli zar, con profumo di tartufo bianco, convince. Ma il piatto che ho ritenuto come emblema della serata e della mano dello chef è il Burberry, un raviolo aperto che ricalca perfettamente le sembianze della stoffa del sarto inglese inventore della gabardine. Stupendo da vedere, un rettangolo di tessuto posato sul piatto, al gusto ammalia con il ripieno di falsa béchamel e brasato al Barolo. La genialità non è acqua… E già la mente di Gabriele elabora altri connubi gastro-letterari o più genericamente gusto-artistici dove la sua cucina è il fulcro attorno al quale ruota tutto un mondo, immaginario forse, ma non così astratto. Ricordiamo che Torino è al vertice dei due triangoli magici.


Cascina Marchesa

Corso Regina Margherita, 371 - Torino

Tel: +39 011 062 0818

https://www.cascinamarchesaresort.com/ - info@cascinamarchesaresort.com










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