Negli ultimi due anni mi sono spesso recato a Ivrea per vari eventi culturali a tematica enogastronomica e ho scoperto una città viva, allegra e ricca di cose da scoprire. La conoscevo solo per averla attraversata più volte e, ora, mi rammarico di non averla visitata prima.
Al di là della Battaglia delle Arance che, a dire il vero, non mi entusiasma, così come tutte le declinazioni del Carnevale, la romana Eporedia merita che le si dedichi un po’ di tempo. Pochi giorni fa, poi, la cena alla Mugnaia che era nell’aria da un po’ di mesi. Il nome si rifà, ovviamente, a Violetta, la vezzosa mugnaia - così viene definita –, eroina dello Storico Carnevale.
Siamo nel cuore della cittadina, in una appendice di via Arduino; sin dai nomi delle vie, tutto trasuda l’importante passato locale. Particolarissimo l’accesso al locale, appena defilato dall’arteria pedonale centrale, raggiungibile tramite alcuni gradini, avvolto in una sorta di volta che poi tramite un passaggio sotterraneo porta alla Dora. Un piccolo tuffo indietro negli anni - il palazzo è antico - che porta al ristorante più conosciuto o per lo meno dalla cucina più interessante della città. Marco è in cucina, Adriano al servizio dei vini, ci accoglie con indubbia professionalità.
La proposta, come piace a me, non è un’inutile enciclopedia ma accontenta tutti i gusti e ci viene spiegato che si può pescare da un menu all’altro e dalla carta. Massima libertà e piatti che denotano un mix nato delle esperienze dello chef patron. Azzeccatissimo l’amuse-bouche, variazione sul tema dell’aperitivo, con spuma di Crodino e gelato di arachidi. Da chiedere il bis, assolutamente! Squisite le verdurine del gazpacho con la vellutata di pomodoro che diventa una cupola gelatinosa - avrei osato anche di più, tentando col sorbetto -, perfetta nella cottura e nell’accompagnamento con l’olio al limone, la scottata di tonno. La selvatica - connubio di battuta di Fassona, trota della Valchiusella, uovo di quaglia e pâté d’anatra - così come la zuppa di frutta di mare saranno sicuramente la mia scelta della prossima volta, che non sarà molto lontana nel tempo. Piatti ineccepibili, realizzati perfettamente e presentati con cura, senza strafare, chiara dimostrazione della mano di Marco che, ricorderei, per la cronaca, è originario di questo territorio. I fatti della vita l’hanno portato a studiare Pedagogia per poi tornare laddove batteva il cuore. E poi la passione per le erbe selvatiche, il crescione raccolto nei ruscelli… Ma queste storie le deve raccontare lui, quando si siede al tavolo e affiorano i ricordi.
Tre menu degustazione (natura, acqua e terra da 42 a 48 euro e a pranzo, in settimana, tre formule golose a 15 euro. Poco da aggiungere se non che è apprezzabile la presenza di molti vini locali; i ristoratori sono i primi ambasciatori di un territorio e Marco lo è a pieno titolo. Piacevole l’Erbaluce di Caluso Spumante pas dosé dei Fratelli Marco che ha accompagnato il percorso e un plus per l’olio evo di Adriano Giovanetto. Il Canavese ringrazia e io…pure!
La Mugnaia
Via Arduino, 53 - Ivrea (To)
Tel: +39 0125 40 530
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