In quest’ultimo anno la mia attività è risultata praticamente azzerata, per ovvii motivi. Ho scritto qualcosa nel periodo estivo quando si poteva andare al ristorante ma poi, come l’ho già detto più volte, non me la sono sentita di parlare di cibo, vini e altre cose buone quando il nostro Paese, il mondo intero stanno combattendo questa lotta con la Malattia. Soprattutto non mi sembrava corretto parlare di un locale piuttosto che di un altro, puntare i riflettori su di un ristorante e dimenticare gli altri: tutti hanno e avranno bisogno appena si potrà finalmente ripartire, di lavorare, senza distinzioni.
Oggi faccio un’eccezione perché ci avviciniamo a Pasqua e, in fondo, dobbiamo cercare tutti, nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid, di essere portatori di un po’ di normalità per infondere coraggio al prossimo e aiutarci a vedere quel lumicino in fondo al tunnel che sospiriamo da mesi. Lo posso fare nel modo a me più consono, digitando i tasti del pc - preferirei farlo con carta e penna ma non si usa più, ahimè! -, parlando del dolce che è sinonimo di Pasqua, di primavera: l’italica colomba. Sin dai tempi del Diluvio Universale biblico il candido messaggero alato è simbolo di pace, di remissione, di vita che riprende e che vince le difficoltà e mai come quest’anno assume forti significati. L’ho detto a Natale per il panettone, lo ribadisco ora, ogni dolce che sarà sulle nostre mense nei prossimi giorni sarà importante perché lo avremo acquistato o ce lo avranno regalato, lo avremo scelto in base ai nostri gusti o anche alla tradizione di famiglia, in pasticceria o sui ripiani della GDO, essenziale che sia di un’azienda italiana che dà lavoro a nostri connazionali e che, il tempo di un pranzo, una cena, una merenda, una colazione allievi i nostri pensieri. Anche se questa volta non potremo consumarlo con tutti coloro che avremmo voluto riunire per un bel brindisi liberatorio. Lo faremo presto, dobbiamo crederci!
Tanti amici pasticceri sono e saranno all’opera nei prossimi giorni, tanti amici ristoratori da mesi dediti ad asporto e consegna a domicilio hanno aperto spazi all’arte bianca e quindi all’immancabile colomba. Dovendo fare una scelta, vorrei citare due locali, uno di Torino e uno di Guarene nel Roero con le Langhe a portata di mano. Due ristoranti di quelli che amo, dove si cucina, niente fuffa, tanta tradizione con un tocco di innovazione e una lieve spruzzata di creatività, indispensabili oggi, ma soprattutto concretezza e certezze che per il cliente si traducono in soddisfazione. Lascerei perdere, questa volta, i piatti che potrete comunque gustare comodamente a casa vostra – andate a sbirciare sui siti - e parliamo solo di dolci. Sottolineo anzitutto che da Giudice e da Io e Luna, non li avevo ancora citati, i lievitati sono di casa, e sono solo cresciuti di numero in quest’anno così particolare. Le declinazioni del dolce volatile sono due a Torino con la colomba tradizionale e quella con arance candite e cioccolato fondente mentre a Guarene alla classica se ne affiancano tre: albicocche e fondente, pere e cioccolato bianco, amarene e pistacchio.
Le colombe sono uno dei trait d’union di questi due rifugi imperdibili per veri gourmet, ma li unisce soprattutto lo spirito che si respira: Giudice è gestito da tre soci: Carmelo Damiano e Marco Granato in cucina con Diego Bava in sala, Io e Luna ha Davide Odore come chef patron spalleggiato da Giacoma. Cos’hanno in comune tutti questi cuochi e sommelier? La passione ovviamente ma soprattutto la modestia o meglio quella normalità che nei ristoranti non si respira più, quella normalità che tutti vogliamo nel nostro quotidiano e che ci è stata tolta ma che tornerà e che nel settore dell’enogastronomia è alla base di tutto. Basta prime donne, basta fenomeni, basta usare il termine stellati - il più delle volte erroneamente e a sproposito -, basta l’inflazione mediatica e dell’uso dell’appellativo chef che ormai è snaturato e indica chiunque usi mestolo e coltello, basta cibi arzigogolati belli come quadri ma senza sapori, mere composizioni statiche e insipide che riempiono guide e bocche di nulla sapienti. Torniamo alla realtà, quella che nasce dalle competenze, dall’esperienza, dalle nostre radici e dall’avere qualcosa in testa e nelle mani. E soprattutto torniamo ai sapori autentici!
Le colombe dei due locali? Ordinatele ai numeri di telefono che trovate in calce, non ve ne pentirete e che il loro volo ideale sia benaugurante, di libertà, di ritrovato corso delle cose quando ci si potrà guardare, abbracciare e condividere insieme il piacere e la gioia della spartizione di squisitezze da mangiare e da bere. E quando lo si potrà fare in tutta sicurezza, seguite a ritroso il camino aereo dei dolci lievitati e andate ai piedi della collina torinese e sui pendii alle porte di Alba – dove troverete anche le uova di cioccolato - e vivrete piccole emozioni che faranno stare bene!
Io e Luna
Frazione Montebello, 1
Guarene (Cuneo)
Tel:+39 0173 611 724 – 328 67 45 609
info@ioeluna.com
Giudice Strada Comunale Val Salice, 78
Torino Tel: +39 0116 60 20 20 – 347 77 13 472
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