Ho sempre fatta mia la dichiarazione attribuita a Bismarck: “il mio nazionalismo si ferma davanti allo Champagne”. Più che un vino, una filosofia di vita – o di vite – un mondo incantato che i francesi, maestri in materia, hanno saputo proporre, divulgare e serbare rigorosamente in un ambiente che loro stesso definirebbero franco - français.
Ma la storia si ripete e quella del “vin du diable” com’era definito nel 700, per via delle bottiglie che scoppiavano facilmente, si ripete. Nel XIX secolo, molti tedeschi, attratti dalla prosperità e dalla fama della grande regione vinicola si installano in Champagne e basta pensare ai nomi di molte grandes maisons per verificare che quellii con assonanze teutoniche sono molto diffusi tuttora. E adesso Alberto Massucco porta l’Italia, il Piemonte a insediarsi nel mondo della spumantizzazione d’élite.
Imprenditore nel settore della metalmeccanica, appassionato di sfide, viticoltore poi importatore e ora produttore di Champagne: un mondo dove la passione, le capacità imprenditoriali e gli incontri con le persone giuste creano bellezza e realizzazione di sogni, a portata di … etichetta, anche quella che è sinonimo di bon ton e stile.
Un patchwork champenois che inizia con l’importazione di realtà accomunate da forte identità e creatività: Rochet-Bocart, Trousset-Guillemart e Gallois-Bouché, lungimiranti récoltants manipulants. E poi il progetto tutto femminile: Fa’Bulleuses che gioca con le bolle e le favolose sette jeunes filles che si sono riunite per raccontare le loro caves, le loro vite, il loro mondo.
Infine il passaggio successivo, l’incontro con Erick De Sousa e la produzione del Millesimato Alberto Massucco Champagne Grand Cru, 100% Chardonnay, con le prime due vendemmie 2018 e 2019 e la Cuvée Mirede, un omaggio a chi, per anni, l’ha accompagnato e incoraggiato a vivere i propri sogni. E, sicuramente, non finisce qui.
Tutto questo, e altro ancora, ci è stato raccontato da Alberto in persona affiancato da Cinzia Zanellato con la regia impeccabile di Laura Gobbi nella séduisante cornice di Villa Sassi a Torino, in una stupenda serata d’estate.
Champagne en liberté? Santé anzi cincin ai prossimi successi di un piemontese che, ora, marca dell’eleganza sabauda anche le vigne transalpine!
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