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Immagine del redattorealessandro felis

Adriano Marco e Vittorio, la Langa che mi piace! 

Ero venuto la prima volta a visitare la cantina Adriano, cinque anni fa. Ci siamo ritrovati più volte nelle numerose manifestazioni che, ormai, costellano il mondo vitivinicolo ma era doveroso che tornassi in azienda. E la ricorrenza dei 30 anni dell’azienda era l’occasione giusta.

 

Siamo ad Alba, in una frazione che è come se fosse un paese a sé stante. Un minuscolo universo, unico, uno scrigno per appassionati di vino, quelli veri, non quelli che frequentano solo le guide in cerca di nomi blasonati da sfoggiare. Qui siamo alla ricerca dell’anima del vino. In 5 anni, tutto è cambiato o forse non è cambiato nulla. Purtroppo non c’è più Vittorio, manca la sua persona, la sua presenza, ora sta sicuramente sorvegliando, da Lassù, che tutto proceda per il meglio. Lasciato il mondo terreno troppo presto ha però nella sua famiglia un solido bastione che tramanda insegnamenti e tradizioni. Un gruppo coeso col fratello Marco, e la giovanissima figlia Michela, che ha saputo prendere in mano la gestione aziendale e, per quanto possibile, darle ancora maggior brio e stimoli di crescita. Tanta responsabilità che è stata interpretata nel migliore dei modi, condivisa e supportata solo da una famiglia fortemente unita, non ultime mamma Grazia e zia Luciana.

 

Alba si trova tra Barolo e Barbaresco, spartiacque naturale tra i due paesi che danno origine e nome ai due vini più prestigiosi del territorio. I due figli prediletti del vitigno Nebbiolo, tra le prime Doc e poi Docg nazionali portano alto nel mondo il prestigio di questi luoghi.

 

Trent’anni da quando i fratelli Marco e Vittorio prendono in mano l’azienda dei genitori per darle nuova linfa. Come è successo quasi ovunque nelle cantine di queste zone benedette da Bacco, bisogna guardare al futuro, con i piedi sempre saldamente radicati alla tradizione. I risultati non si fanno aspettare e, adesso, il marchio Adriano Marco e Vittorio è di quelli che contano. Qualità che nasce dal lavoro della campagna, da tanta fatica e che, oggi, viene riconosciuta. Soddisfazione non da poco.

 

Il 25 e il 26 giugno scorsi, la festa portava i fortunati visitatori in cantina alla scoperta dei banchi di assaggio dei padroni di casa abbinati con attenzione a tante eccellenze del territorio.

 

Sono stato accompagnato, di tavolo in tavolo, da Marinella, cugina dei titolari. Ci conosciamo da tanti anni, siamo quasi vicini di casa a Torino e da quando si è buttata nel mondo del vino, per passione, più d’una volta mi ha coinvolto in degustazioni dei nettari di San Rocco Seno d’Elvio. Non elenco quanto ho assaggiato, per evitare una lista infinita che, letta. non potrà mai trasmettere le grandi sensazioni provate. Mi limito a dire che se si viene dagli Adriano per i loro memorabili Barbaresco, non bisogna assolutamente scordarsi di assaggiare le altre etichette.

 

Una piccola verticale di Langhe Sauvignon Basaricò ha dimostrato tutto il potenziale di questa uva in terra di Langa, anche invecchiando. Il Dudes (12 in piemontese) perché è il dodicesimo vino prodotto, Martinotti da uve Freisa è adatto per ogni occasione dei mesi estivi. Il Satifol, da uve Moscato stramature mi ha incantato e il Chinato, equilibrato, avvolgente e coinvolgente, è un riferimento in materia. Non l’ho ancora detto a Michela, ma nel prossimo autunno, vorrei sposare questi due vini a dolci e cioccolato in un evento speciale tutto all’insegna del Piemonte di cui andare orgogliosi.

 

Non dirò altro perché per gustare questa terra, bisogna scoprirla e venire in cantina. Fatelo quest’estate, non ve ne pentirete.

 

 

Az. Agr. Adriano Marco e Vittorio

Fraz. San Rocco Seno d’Elvio, 13 A – Alba








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