La leggenda vuole che il panettone nasca a Milano e molti anni dopo trovi terreno fertile in Piemonte dove con la glassa di nocciole diventa galup, ossia goloso, per poi diventare il dolce natalizio per antonomasia, simbolo di tutta la penisola.
Negli ultimi tempi le declinazioni del lievitato si sono moltiplicate, arricchite, a volte stravolgendo la ricetta originale ma soprattutto ampliando il successo e il periodo di consumo. Il tradizionalista che c’è in me vorrebbe il panettone solo nel periodo delle Feste di fine anno ma la tendenza lo vede conquistare sempre più mesi e coprire un lungo periodo di consumo. Senza entrare nella diatriba che vede contrapposte, agguerrite fazioni di golosoni disquisire sul panettone anche a Ferragosto, mi limito a constatare che quest’anno il primo panettone artigianale l’ho assaggiato a fine agosto a Biella, a Cossato per l’esattezza nella pasticceria di Andrea Bovo e poi da Max Boccadoro a Torino.
Infine, sempre in tema di anticipazioni, pochi giorni fa, addirittura una serata, più precisamente una cena, costruita intorno al lievitato che per l’occasione arrivava dalla Sicilia con la Di Stefano di Raffadali, nei pressi di Agrigento. Sede dell’evento: Magorabin, locale stellato torinese dell’istrionico Marcello Trentini con Simona Beltrami, coordinatrice ineccepibile. Per la chef ambassador del marchio siciliano, Bianca Celano, Torino era la prima tappa di un percorso in quattro appuntamenti che ha coinvolto anche Milano, Roma e Firenze. Le due città simbolo del panettone e tre capitali d’Italia: niente male! Incontri a quattro mani, in sinergia e sintonia con i resident per esaltare la versatilità del dolce che sempre di più esce dallo schema di solo dessert. Una sfida che si inserisce anche nelle odierne tendenze culinarie dove sperimentazione e creatività sono pane quotidiano.
«Quando produciamo i nostri panettoni e inventiamo nuovi abbinamenti o gusti - spiega Enzo Di Stefano - partiamo dallo studio e conoscenza degli ingredienti cui uniamo tanta creatività ed esperienza nell’arte pasticcera. Questo ci consente di presentare delle referenze che soddisfino tutti i palati: da quelli dei bambini a quelli dei più esigenti».
Dalla tavolozza di prodotti della pasticceria di Raffadali, impossibile non sottolineare il legame con il territorio che si traduce in mandorle, pistacchi, arance, polpa di carruba e cioccolato di Sicilia che arricchiscono impasti e coperture. Senza scordare albicocche e pesche. Tornerò sicuramente a parlare di questi panettoni, sottolineo ancora quanto la Sicilia e la Campania stiano diventando sicuri riferimenti nazionali per il dolce che per me rimane sinonimo di Natale. Prova ne è la massiccia partecipazione di artigiani di queste due regioni alle rassegne nazionali, Mole di Panettoni in primis che si svolgerà a Torino i prossimi 30 novembre e 1° dicembre.
E ora un augurio, non di Buone Feste, un po’ prematuro ma che il tour della Di Stefano l’anno prossimo si arricchisca di altre città e diventi un dolce trait d’union che attraversi l’Italia all’insegna delle declinazioni dei panettoni agrigentini.
Pasticceria Di Stefano
Via Murano, 23 - Raffadali (Ag)
Tel: +39 0922 473256
http://www.distefanodolciaria.it/