Villa Salina riporta con la mente al Principe protagonista del Gattopardo, ai fasti della Sicilia, a tempi che furono. Atmosfere apparentemente lontane dal Piemonte ma il cui anello di congiunzione sta nei cuochi che approdavano alla corte dei Savoia per portare guizzi e profumi insulari nelle ricette sabaude. Edoardo Salina era di questi e l’elegante seppur discreta dimora del grazioso centro della cittadina cuneese ne è preziosa testimonianza. Che bella sorpresa la parte storica nel comune targato formaggio!
Ordinato, pulito, belle costruzioni, il castello, verdi aiuole e, nel cuore, come una gemma incastonata a dare lustro, la Villa rivive, onorando il primo proprietario, come centro multi propositivo di gusto e cultura: ristorante, pizzeria, pasticceria, gelateria, centro convegni e altro ancora. Non fatevi trarre in inganno, spesso queste situazioni poli-multi-tanto-troppo sono tutto e non sono nulla, vogliono essere ma non possono o non riescono. Qui è tutto il contrario, sin dall’ambientazione: bella la casa, ammirevoli i soffitti affrescati, squisita la ristrutturazione, intimo e accogliente il giardino con topia e salottini che non chiedono che di trascorrervi momenti di relax.
Ivo Druetta, originario del luogo, nasce come panettiere pasticcere e si capisce. I vari tipi di grissini e pani – compresa la croccante focaccia – che vengono serviti appena seduti sono prelibate leccornie. Semplice ma accattivante e presentata bene l’ardesia delle tre bruschette integrali con uovo di quaglia, pomodorino giallo e acciuga al verde. Un amuse-bouche che rimane impresso. Insieme all’amico Mauro Camusso abbiamo optato per il tortino di verdure, giardinetto e vellutata di carciofi: equilibrato, leggero, saporito ma delicato. Il fuori carta del giorno ci regala una scottata di tonno con verdure alla griglia, cotto come si deve. Che dire della porzione? Che non siamo più abituati a tanta generosità. Tant’è che il dessert lo assaggeremo la prossima volta. Dissetante e correttamente digestivo sorbetto al mojito in pre-dessert. Il vino, non poteva che essere de l’Autin, data la compagnia del titolare. L’Eli brut rosé, stupendo metodo classico rosato, 100% Pinot nero, riposa 36 mesi nelle gallerie delle miniere di talco della Val Germanasca, mi affascina sempre e dimostra di adattarsi perfettamente anche a tutto pasto. Con il secondo di pesce che abbiamo scelto, sarebbe stato difficile trovare di meglio.
Abbiamo trascorso un bel momento in un ambiente raffinato e con una cucina che senza eccessi propone territorio e Mediterraneo, interpretati senza fronzoli, in modo vero, concreto, come accadde ormai di rado al giorno d’oggi. Mise en place moderna, servizio sorridente, aperto tutti i giorni. E alla sera, ci sono anche le pizze. Difficile pretendere di più.
Villa Salina
Via Santuario, 25 – Moretta (Cn)
Tel: +39. 0172.91.12.72
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