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Alessandro Felis

Le Jardin Fleuri: dove si coltiva l'Arte, anche culinaria!


«L'opera di tutti e quattro fu messa assieme, giudicata e studiata attraverso la sola qualità ovviamente comune a tutti: la novità; così ebbe origine il nome Art Nouveau». Riecheggiava in me questa definizione dell’artista, progettista belga Henry van de Velde allorché tornavo a Torino dalla mia ennesima gita canavesana. Era notte fonda, questa volta l’Erbaluce non era stato il motivo del mio spostamento o meglio non quello principale. Giorgio Gnavi, amico botanico ora anche conduttore della Cantina di famiglia mi aveva invitato a scoprire un locale a Romano Canavese per poi organizzarci una serata. Una volta ancora, questa variegata terra, corridoio naturale tra Torino e la Valle d’Aosta, tra l’Italia e l’Europa Centrale mi avrebbe stupito.


La terra di Guido Gozzano, identificato come post-decadente del crepuscolarismo, non sempre valorizzato quanto dovrebbe esserlo, cela un’altra chicca, un gioiello che, purtroppo, sembra rinchiuso nel suo scrigno naturale anziché rivelarsi alla luce del giorno, per offrire al mondo esterno la sua bellezza che attraversato l’incantevole, romantico giardino, regno di ortensie e clematidi esplode al visitatore inconsapevole di quanto racchiuso nella fascinosa villa del centro del comune. Posteggio facile sulla piazza antistante, l’insegna indica: Le Jardin Fleuri Gusti Liberty, ristorante, caffetteria e lascia molto spazio alla scoperta personale, allo stupore che pervade, al primo contatto con l’arredamento sin dall’imponente bancone di mogano dei primi del Novecento. Una collezione, perché vien sempre fuori il pudore sabaudo, la paura di esagerare, e la parola museo sembra altisonante, tutta impregnata allo stile Liberty o Art Nouveau per dirla con i Francesi ma anche Jugendstil per i Tedeschi. Tanti richiami floreali, forme sinuose, figure femminili che riportano alla femme fatale e quella patina di storia che affascina. Una seducente dimora dove ogni angolo potrebbe raccontare molte cose, aneddoti, avventure, leggende, semplici fatti di vita quotidiana. Mi lascio trasportare e la visita gastronomica passa in secondo piano tanta è la paura di infrangere questo viaggio nel tempo che fu.


Cristina Ariagno, dolce e delicata padrona di casa, pianista specializzata negli autori francesi del periodo che non poteva che combaciare con lo stile del luogo, ci invita ad accomodarci in una delle piccole, accoglienti salette per avvicinarci alla cucina del giovane Denis Iaccarini, cuoco locale, cresciuto professionalmente all’estero. Compagno di desco, anche Maurizio Tabacchi, collega agronomo e risicoltore col quale definiamo per il 27 giugno prossimo una serata dove i suoi risi, Gigante Vercelli in primis, incontreranno gli Erbaluce di Caluso di Gnavi e i piatti del sorprendente Jardin Fleuri. Dopo la promenade artistica ci addentriamo nel percorso culinario che esplora pure ricette che non si possono che definire autoctone e in via di estinzione: croset di grano arso delicatamente insaporiti dal Blu del Monviso e i caponet correttamente indicati in carta anche come pescoj. Squisito il coniglio grigio di Carmagnola al profumo di timo. Da rilevare ancora l’eccellente leggero macaron alla barbabietola che faceva parte degli amuse-bouche con il finto pomodoro e il bretone con crème fraîche e uova di trota. Interessante il soccarat piemontese: la crosticina di riso bruciacchiato che si forma durante la preparazione della paëlla, per cucinieri esperti e convitati golosi, rivisitata in chiave locale con rane e lumache. Ogni portata si illumina, servita in pregiate porcellane inglesi e francesi e l’argenteria di Boulenger impreziosisce ogni boccone.


La voglia di lasciare la compagnia è poca, tante sono le emozioni provate e nel ritorno a Torino i sensi ancora accarezzati da quanto visto e assaggiato, ripropongono scorci della serata cui la mente aggiunge le delicate, appena sussurrate note del Clair de Lune dalla Suite Bergamasque di Debussy come sfondo, ultima sfumatura a perfezionare un momento di appagante intensità emotiva da riproporre quanto prima…il 27 sicuramente!

Le Jardin Fleuri Gusti Liberty

Via Santa Teresina, 25

Romano Canavese (To)

Tel: +39. 0125 861054

www.lejardinfleurigustiliberty.com

prenotazionilejardinfleuri@gmail.com

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