Il più vasto e articolato palazzo nobiliare della città, realizzato da Gian Giacomo Plantéry fra il 1715 e il 1722, prende il nome dal Marchese Baldassarre Saluzzo di Paesana che ne ordinò la costruzione. Oggi, l’appartamento padronale vive una seconda giovinezza come scrigno per eventi che sin dalla sede nascono di classe ed eleganza. Gli spazi ampi, prestigiosi ma con quella discrezione che solo Torino sa offrire, diventano ambientazioni per spettacoli, esibizioni, anche culinari, di eccezione.
La cucina dei Marchesi, recentemente riportata agli antichi splendori, accoglie e seduce. Avevamo avuto modo, nel 2018, di apprezzare Christian Mandura, allora attivo al Geranio di Chieri e Stefano Sforza, ormai capocuoco di Opera: locale risorto dalle ceneri di Dadò. Quest’anno l’associazione cuturale Barock ha predisposto un ricco - e gustoso - programma “Stelle a Palazzo” che porta locali insigniti dal macaron della Michelin da tutta Italia. Ho avuto il piacere di partecipare alla serata organizzata con la Madernassa di Guarene. Il paese, a cavallo tra Roero e Langa, è da sempre predestinato: qui nasce il Fassone, la razza piemontese cosiddetta della coscia o doppia groppa e dall’omonima frazione del paese: la pera Madernassa. Oggi una confraternita ricorda queste due eccellenze e almeno due ristoranti del paese sono tra i più blasonati della regione. Uno di questi, è ospite della dimora storica.
Parquet, stucchi, boiserie e drappi seducono, l’ambiente ci riporta ai fasti del Piemonte sabaudo. La proposta gastronomica si distacca dai canoni classici, e immediata viene fuori l’impronta del giovane chef dall’accento francese. Total black e Abissi, una tuile croccante al nero di seppia e limone alla marocchina e l’ostrica Amélie cotta allo Yakitori in acqua di mare sono suadenti, deliziose, non lo dico spesso: perfette. L’ouverture ti inchioda alla sedia. Delle alici marinate, ricordo i bagnetti rosso e verde che mi riportano a quelli della mia infanzia. Bella l’idea del manzo in carpione, cui un briciolo in più d’aceto avrebbe complicato l’abbinamento ma fornito un po’ di più brio al piatto. Squisita la pralineria e il bonet mignon che chiude la serata? Da urlo!
Alessandro Tupputi è un sommelier attento e preparato cui nulla sfugge: gioca con i vini e le temperature. Probabilmente ama anche provocare ma la preparazione c’è e quindi si può permettere di uscire dal seminato: il Nebbiolo servito freddo e poi a 21° C ne è l’esempio lampante. Insieme a Michelangelo Mammoliti forma un binomio professionale d’attacco che merita ampiamente i riconoscimenti che stanno unanimamente riscuotendo. Ho fretta di andarli a trovare nel loro resort, in mezzo ai vigneti, nel silenzio della campagna alle porte di Alba ma altrettanto volentieri tornerò a Palazzo per scoprire altre stelle.
Mezzanotte è passata, la serata eccezionalmente calda per la stagione invita a dilungarsi e godere dell’atmosfera vellutata del Palazzo ma è tardi. Scendendo l’ampio, maestoso scalone, verrebbe da cercare la carrozza per rientrare a casa ma bisogna tornare al presente e alla macchina posteggiata poco lontano.
Palazzo Saluzzo Paesana
Via della Consolata, 1 bis
Torino
Tel: +39.011. 347. 010. 30.21
www.palazzosaluzzopaesana.it
eventi@palazzopaesana.it