Mercoledì 27 giugno alle ore 21.30 con il concerto dell’Orchestra Klassika di San Pietroburgo è iniziata Torino Estate Reale. A capo della compagine russa dalla fondazione, ormai 25 anni fa, troviamo il Maestro Aleksandr Kantorov, nominato nel 2017 dal presidente Mattarella ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia, a riconoscimento del ruolo fondamentale svolto nelle relazioni culturali e artistiche tra i due Paesi che condividono, anche se in modo diverso, l’amore per la grande musica.
Grazie a Zoia Sourovtseva, interprete d’eccezione, martedì 26, appena arrivato da Sanremo con l’orchestra, dove aveva partecipato, al Festival Internazionale Cajkovskij, il maestro ci concedeva una intervista, in amicizia, fuori dagli schemi, nel salotto del bar dell’hotel Diplomatic, calorosamente accolti da Luca Da Fre. Ero accompagnato dall’amico musicista torinese, maestro Francesco Cavaliere.
Fu proprio l’allora proprietario dell’albergo, Alfredo Da Fre, purtroppo scomparso, a parlare di Torino, la prima volta al musicista russo. “Diceva cose così belle di questa città magica, stimolò la mia curiosità e quando, nel 2012, arrivai per la prima volta nella vostra città, capii che Torino era molto di più di quanto mi avesse descritto. Riempii tutti i luoghi che aveva descritto con la mia musica”.
Dopo questa dichiarazione d’amore il sapere che Torino in Russia è considerata come grande centro di cultura, quasi passava inosservato. I legami tra Russia e Italia, tra San Pietroburgo e Torino sono tanti, Kantorov ci ricorda che la sua città è stata costruita dai nostri antenati e che l’architettura altro non è che musica pietrificata. Le arti si intrecciano e lo spessore del nostro interlocutore si conferma. Lui nasce come violinista e ci spiega che, a San Pietroburgo, quando si sa di un interprete che suona con uno Stradivari o un Guarnieri del Gesù, tutta la città ne parla. Questa dichiarazione suscita tanta invidia in noi torinesi abituati a discussioni di massa tutt'al più quando il derby mette di fronte le due squadre di calcio cittadine. E non sempre sono coinvolgimenti costruttivi!!!
Passo la palla a Francesco che vuole sapere quanto tempo le orchestre russe dedicano alle prove. Il direttore della Klassika risponde spiegando che loro danno circa 40 concerti all’anno e il resto del tempo - salvo il lunedì sottolinea col sorriso - lo dedichiamo alle prove. Da noi, causa i tagli drastici alla cultura e i pochi soldi che confluiscono nelle casse delle orchestre, queste sono ridotte all’osso.
Porto la discussione verso il mio mulino, si parla di gastronomia e scopriamo che tanti sono i ristorati italiani a San Pietroburgo, pochi quelli di livello. Il maestro ama la nostra cucina e ci ripromettiamo, in un suo prossimo concerto torinese di continuare la chiacchierata davanti ad alcuni manicaretti del nostro Piemonte, con la sempre preziosa Zoia, indispensabile trait d’union. Musica, cibo e due Paesi dalla storia monumentale, le premesse ci sono per una serata con i fiocchi.
Aleksandr Kantorov, prima di lasciarci per andare a visionare il palco, in Piazzetta Reale, dove dirige la sera dopo, un florilegio della musica russa: brani di Cajkovskij, Borodin, Rimskij-Korsakov e Musorgskiy, ci racconta un aneddoto. La prima rappresentazione assoluta della Forza del Destino di Verdi ebbe luogo al Teatro Imperiale di San Pietroburgo, oggi Teatro Mariinski. Questo fece offendere i musicisti locali, specie Cajkovskij, ventiduenne non ancora così bravo e conosciuto, perché lo Zar aveva speso i suoi soldi per uno straniero. Al maestro Kantorov, dirigendo solo brani di suoi connazionali, di fronte a quella che fu la dimora del Re, toccherà, in parte, rimediare a questa delusione storica.
Con la sua bellezza, la musica, unico vero linguaggio universale, non può lasciare offese in sospeso, semmai accomunare tutti sotto il suo proliferare di note.