Non vi sono dubbi, siamo nel cuore sabaudo della città. La lussuosa enclave, albergo e ristorante, è uno specchio patinato dagli anni ma quanto mai vivo e attivo dell’anima piemontese. Riservatezza, cordialità e discrezione caratterizzano chi opera in quest’isola felice dove il cliente è coccolato e attorniato da mille attenzioni. Come non soccombere al fascino dell’arredamento classico e a quegli accorgimenti che il gastronomo impenitente teme di ritrovare solo sui libri di storia? Da febbraio, strizzando l’occhio a Tomasi di Lampedusa, sarei tentato di dire che si è dovuto cambiare tutto perché tutto rimanesse invariato, per lo mano a livello di soddisfazione dei fortunati clienti. I nomi delle sale sono mutati, la Carignano, intima e raccolta. con la grande novità dell’accesso dall’esterno è rinnovata nell’estetica ma non nella sostanza, perde alcune rughe e ringiovanisce, specchio della piccola rivoluzione che si è svolta in cucina. Ruggero Rolando assicura continuità, esperienza e concretezza alla cucina di Marco Miglioli, sorprendente e simpatica promessa del panorama gastronomico torinese che porta in dote la filosofia ma anche i codici sensoriali ed emotivi dello stellato Fabrizio Tesse.
Ieri sera, una coccola che seduce e stimola, appaga e incuriosisce, mi ha guidato per tutto il percorso che dall’aperitivo al dessert si è svolto su livelli alti, mai banali né scontati, che hanno visto la candida mise en place diventare la scacchiera di un gioco dove amuse-bouche, colori di riso soffiato, focaccia genovese e una selezione di piatti della carta si sono avvicendati con leggerezza e sorprendente logica. Descrivere e citare ogni piatto toglierebbe il piacere dello stupore e della scoperta che devono alloggiare nel commensale, invitando i sensi all’assaggio consapevole e ragionato. La coreografica pancia di maiale croccante trova nella cipolla bionda e nelle mele Granny Smith uno spettacolare supporto di sapore e acidità. Le orecchiette “sette effe”, dal numero delle farine di cereali presenti nell’impasto, scivolano in bocca come una carezza di velluto rilevata da tocchetti di trota salmonata in carpione con le zucchine “trombetta” a complemento di dolcezza. Il delicato lombo di agnello irlandese, dalla cottura perfetta, fonde in bocca. Pre-dessert e dessert meriterebbero una descrizione lunga un intero capitolo: la rivisitazione del panaché, gel di birra e granita alla gazzosa riporta a sensazioni del passato sapientemente interpretate e rinverdite per arrivare all’apoteosi delle reminiscenze con il ricordo di “una pesca dell’infanzia”. La classica pesca ripiena che l’ortodossia piemontese vede come chiusura dei pasti estivi diventa un invito alla trasgressione, cambia il frutto del peccato e la sua scomposizione in gelato, mousse e finto guscio accompagna alle soglie dell’ appagamento totale.
Una bella etichetta il Ninfe di Montemagno, assemblaggio originale di Timorasso e Sauvignon! Menu degustazione da 70 euro. Non vedo l’ora di tornare per gustare gli altri piatti della carta.
Carignano - Sitea
Via Carlo Alberto 35
Torino
Tel: +39. 011.51.70.171
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